Quaranta poesie che tornano a descriverci il mondo
lirico del giovane poeta marchigiano Luigi Finucci, nel suo nuovo libro
“L’ultimo uomo” edito da Comunication Project.
In
questo libro, Finucci libera l’intima essenza dell’uomo dagli inutili orpelli e
dalle odiose costrizioni, per tornare alla dimensione più profonda
dell’individuo :«… e la malinconia si
fonde/ con lo stupore,/ in quegli attimi sento/il mio essere uomo/che cancella
dalla mia mente le costrizioni,/solo libertà albergano dentro di me/che mi
accompagnano serenamente/nel mio cammino verso la fine…»
L’autore
scava tra le proprie emozioni alla ricerca dell’essenziale, della primigenia
spinta alla vita e al poetare grazie anche alla condivisione con un universo
immaginifico, che parla e narra. Lo stesso universo che a tratti spaventa, per
la sua incommensurabile infinitezza che toglie il respiro all’uomo, per
definizione, invece finito, limitato. Ma Finucci trae consapevolezza da questo
regno senza limiti: « ma non avevo
l'impressione di un Adamo/bensì di un ultimo uomo,/consapevole e non ignaro,/di
tutto quello che mi era stato concesso/da Dio.»
La
formula a volte descrittiva dell’autore ci introduce direttamente nelle singole
poesie, rendendo immediato il rapporto con il lettore, regalandogli scorci di
vita vissuta e di sensazioni familiari. Una poesia pacificante, non distaccata,
che unisce in un sentimento di condivisione, ripercorrendo frasi ed emozioni
che appartengono ad ognuno di noi, ognuno, a suo modo, un “ultimo uomo”.
«…sento
lontane/quelle mura sicure/che sono come prigioni,/sento me stesso/vibrare nel
mondo intero…»
Per acquistare il libro: http://www.ibs.it/code/9788890790348/finucci-luigi/ultimo-uomo.html
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Recensione stupenda!complimenti Alessandra
RispondiEliminaComplimenti a te, Luigi. Sai cosa penso delle tue poesie: hanno l'enorme pregio di riuscire a comunicare in maniera delicata ed immediata con il lettore. Ad maiora!
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