mercoledì 24 febbraio 2016

‘Il cantastorie scrive racconti’: presentazione dell’autore Carlo Maria Marchi di Valter Marcone

‘Il cantastorie scrive racconti’: presentazione dell’autore Carlo Maria Marchi

Per il progetto “Volano libri “ l’Associazione Bambini di ieri e di oggi presenta sabato 27 febbraio alle ore 17,30 al Palazzetto dei Nobili lo scrittore Carlo Maria Marchi .Introduzione della poetessa aquilana Alessandra Prospero che dialogherà con l’autore. Letture di brani dalle pagine dei libri di Marchi dell’attore Maurizio Di Giacomantonio con accompagnamento musicale
Il cantastorie scrive racconti. Rivive una storia che si incastra dentro la penna, si concentra e la rivede. Ci sono tanti ricordi: si scrivono per lasciarli integri. È un surrogato, ma è meglio di niente.” E’ questo il tentativo di Carlo Maria Marchi in tutti i suoi libri .Pagine e pagine di racconto come tentativi, messi in campo da un essere umano sempre alla ricerca di se stesso, di appropriarsi in pienezza di una umanità che certamente gli appartiene, ma della quale è anche sempre debitore (e creditore) nei confronti dell’altro: nel tempo e nello spazio.
Ed è per questo che l’Associazione Bambini di ieri e di oggi, per il progetto Volano libri ,vuole in qualche modo rendergli testimonianza presentando, sabato 27 febbraio alle ore 17,30 al Palazzetto dei Nobili ,il cuore delle sue storie. SaràAlessandra Prospero che colloquiando con l’autore, condurrà i presenti, attraverso un itinerario reale ma anche fantastico a scoprire quello che lo stesso Carlo Maria Marchi definisce la personificazione delle cose .In altre parole la loro mobilitazione, il loro arruolamento in un mondo in cui “… Attaccato alla parete, viveva vispo e sempre agitato un telefono nero. Campava tra la stanza del balcone, la cucina e il bagno, così che tutti potevano ascoltare. Lui non aveva segreti, e chi parlava non poteva dargliene. Sotto a Telefono sopravviveva una sedia marrone accompagnata da un mobile piccino dove si raccoglievano i libri dei numeri di tutti. Sedia ospitava i chiacchiericci che con il tempo diventavano sempre più lunghi, più gioiosi e spesso anche comunicazioni d’ansia… ” Ma anche in un mondo in cui gli ascensori vivono perché sono continuamente “ chiamati” e le passate di pomodoro hanno una loro vita autonoma . In cui gli arrotini arrivavano “…spingendo a mano la bicicletta cigolante. Tra il manubrio e la canna una ruota di ferro; sopra un barattolo di metallo lasciava cadere un filo d’acqua…” e che terminato “… di arrotare, tornava al centro della strada e chiamava: arrotinooo, arrotinoo. Era il segnale a chi doveva riprendere le sue cose…
Un mondo in sostanza che è quello dello stupore dei bambini ma anche di quelli un po’ più grandicelli che un giorno venivano chiamati bambini e che si sentono ancora bambini. A loro Carlo Maria Marchi ha dedicato queste storie .Mettendo l’accento appunto su quell’arcipelago di ricordi, emozioni, salvataggi, incontri e scontri che la vita ,come un mare ,restituisce ogni mattina, appunto dopo le alte maree , sulla battigia .A quelle restituzioni Carlo Maria Marchi guarda attentamente perché esse contengono un mondo che riaffiora (ahimè qualche volta sotto forma di relitti ) sempre comunque come proposta vitale per un altro giorno, un altro giorno da vivere e qualche volta da rivivere .E lo fa con una passione di amanuense,scrive rigorosamente con la penna perché ama ascoltare il suo rumore sulla carta. Nel silenzio della notte .Perchè il silenzio contiene tutto,dal rumore della neve che cade,al rumore degli alberi che crescono , del micro e macrocosmo che ci circonda e permette alla nostra mente di girovagare .Girovagare della mente che è una delle attività fondamentale della nostra vita vigile perché il viaggio che la mente è capace di fare è un viaggio che lega passato e futuro in una costruzione di mondi ( ricordi e progetti )indissolubili tra loro . Il rumore della penna sulla carta perché “…la penna è uno strumento delle parole, le ferma prima che fuggano per sempre: ogni parola rappresenta una storia…” Perché “… gli insegnamenti che abbiamo ricevuto ci sono stati dati con l’esempio…è il diritto della memoria che dobbiamo lasciare ai giovani …”tema sul quale Carlo Maria Marchi sta attualmente lavorando in un nuovo libro, già visitato dall’editor della casa editrice che dovrà consegnare a breve in cui racconto il ricordo, a cosa serve e perché.
Ma come è cominciata questa voglia di raccontare ?
Iniziai con lo scrivere fiabe, dapprima per bambini, poi direttamente riservate agli adulti. Con il sisma ho perso molto di quanto avevo scritto, sepolto tra calcinacci, bottiglie d’olio e di pomodori: era tutto in cantina.
La cantina come luogo fiabesco e misterioso, ma anche come luogo dove conservare le cose che non si vogliono abbandonare .Un mondo altro ?
Mi piace indirizzarmi alle cose e personificarle, come esempio scrissi la storia di “c’era una volta”, dando un nome a “Volta”, che diventava “c’è una volta e ci sarà una volta”, la volta lassù quella alla quale ci si può rivolgere. Passai poi a parlare con i pomodori che vedevo schiacciati in una pressa per renderli liquidi e farne un succo. Poi con l’orologio a pendolo e via andando con quanto ci è d’uso tutti i giorni.
Il tram, la sporcizia, le scarpe…
E i libri ?
Scrissi il primo libro pensando al Brasile e ai miei figli, ma era molto impreciso, l’ho ripreso recentemente aiutato da una casa editrice valida e scrupolosa.
Dei tre ultimi libri, sono particolarmente affezionato a “Una spiga di grano”, il percorso di un uomo che si ritrova a parlare con i bambini. Questo è un discorso affascinante: saper parlare ai bimbi, guardare come ti osservano, metterti alla loro altezza, capire il loro linguaggio.
In “Quattro asparagi in fila” c’è la storia degli ultimi: andando in pensione mi sono messo a fare del volontariato alla comunità di Sant’Egidio a Roma, e la sera, la notte, andavo a parlare con i barboni e non i clochard (termine troppo elegante), discorsi inverosimili e lontanissimi dal voler stare in un mondo che non ti vuole. ma ho compreso che loro sono una essenza importante per la comprensione di una società svogliata.
Dell’ultimo libro quasi in stampa ho già accennato . Sto lavorando ( infatti) a un nuovo libro, già visitato dall’editor della casa editrice. Debbo consegnarlo a breve, non sarà facile. Racconto il ricordo, a cosa serve e perché.
Appuntamento dunque sabato 27 febbraio 2016 ore 17,30 Palazzetto dei Nobili.