venerdì 29 marzo 2013

POEMA DELLA CROCE - Alda Merini


Ero con te, Padre,
al momento della creazione.
Non potevo non conoscere gli elementi e dominarli.
Cosa vuoi che sia
sollevare la pietra di un sepolcro
in confronto alla tua volontà di Creatore.
Tu mi hai insegnato come è composto il mondo
e mi hai reso figlio,
ma ero partecipe
della creazione.
I seguaci che mi hanno seguito
hanno creduto in Te e in me,
Tuo figlio.
Saranno felici di vedermi risorgere,
ma io piangerò
per quelli che sono ancora incatenati
nell'inferno
e le mie mani
faranno tacere i loro stridori.
Povere anime,
che migrano verso il nulla.
Lo spavento,
Dio,
di queste profondità cieche,
di questa gente che non ha avuto
lo splendore delle tue redini.
Perché tu non sai,
Padre,
cosa vuol dire
sedere alla Tua destra 
in veste di re.
Un re mite ma non codardo
che fa da intermediario
tra la tua collera divina
e la lussuria e la miscredenza dell'uomo.
Io,
che sono giusto,
amo l'uomo
e ti chiedo perdono
attraverso questa lenta agonia
che dura da secoli
per il mondo.
Ecco, Signore, io ti rendo il mio spirito
in forma di bianca colomba
che volerà verso il cielo.
E non altrimenti
Tu hai costruito la pace
se non con gli inguini di un uccello
che porta l'ulivo alle tue labbra.

Padre,

io risorgerò,
e siederò alla Tua destra.





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