lunedì 8 aprile 2013

RECENSIONE DI "P.S. POST SISMA" A CURA DI ANNAMARIA DULCINEA PECORARO SU DELIRI PROGRESSIVI

P.S. Post Sisma 
di Prospero Alessandra

Dati 2012, 40 p., brossura 
Editore Città del Sole Edizioni  (collana Cantieri poetici)






Alessandra Prospero: nata e cresciuta a L’Aquila dove tuttora vive, dopo gli studi classici ha assecondato la propria passione per lo studio della criminologia  intraprendendo il corso di laurea in Scienze dell’Investigazione in L’Aquila. Collabora come recensionista con le riviste virtuali www.bottegascriptamanent.it e www.direfarescrivere.it edite dall’Agenzia Letteraria La Bottega Editoriale (www.bottegaeditoriale.it) e con la rivistawww.ilgiornaledimontesilvano.com. Prolifica è soprattutto la sua produzione poetica, ha partecipato a innumerevoli antologie poetiche e nel 2012 ha pubblicato con Città del Sole edizioni la silloge P.S.Post Sisma, lanciata al Salone del Libro di Torino, che le è valsa numerosi premi e riconoscimenti. [P.S. Post Sisma ha ottenuto il 2° posto nella sezione Poesia Sociale del Premio Leandro Polverini 2012 e il 2° posto al Premio Internazionale Vitruvio 2012.] (http://alessandraprospero-prosaepoesia.blogspot.it)

Oggi ci chiediamo perché non abbiano ancora inventato la macchina del tempo e ci lamentiamo di quello che abbiamo o avremmo potuto fare. 

Beh, sicuramente non ci siamo resi conto che il dispositivo è già stato inventato da millenni.
Da quando abbiamo la facoltà di scrivere i nostri pensieri immortalandoli. 
Fare parte di una storia, anche quella che fa male ed è più crudele, quella che fa cadere, rende furbi.Quella che dona e solca indelebilmente l’anima e porta dentro le emozioni.

La costruzione o la distruzione di ogni cosa è in mano a chi esorcizza o coraggiosamente si fa portavoce di parole, testimoniando quello che i sensi portano; gustano, ascoltano, osservano. Si condivide anche il sapore amaro che può lasciare tra le lacrime e i sorrisi, che possono attraversare i meandri della coscienza, raccontando anche dell’incoscienza passata. 

I poeti sono questo: frecce che attaccano i sogni al presente, “raccattando i cocci“ dell’esistenza, anche dove le ferite sono la dura vita che scorre quotidiana. 

La rabbia diventa un ricordo che il tempo accarezza, l’amore una salvezza che accompagna la speranza, dopo aver perso tutto. La memoria resta scritta tra le dita che attraversano il bianco, con il nero incontenibile che traccia e cambia, facendo maturare, tremare, consapevolmente respirare.

Alessandra diventa il vivente segno che palpita in un dramma come quello del Terremoto che ha colpito l’Aquila del 2009. 


“Affoghiamo la paura
nelle onde di cobalto,
ci aggrappiamo con dolore a
alla mutevole sabbia …

  …Ci riconciliammo
con il nostro destino
in una città fantasma
gremita di spettri”


La sopravvivenza diventa necessaria e la forza di parlare e di non celare gli stati che affollano ”il risveglio mortifero”. Diventa presa di posizione, nei confronti della misteriosa Signora Morte. 

Un gioco impari  che spegne le luci d’improvviso e non guarda in faccia nemmeno al “giovane melograno” che “si aggrappava faticosamente al proprio orcio di salvezza, spiando dall’esterno”.

Il ricordo diventa la radice per immergersi nel “deja vu” e capire quanto le azioni del quotidiano siano così importanti da essere appieno vissute. I gesti non sono mai vani poiché solo dopo ci si può accorgere di quanto “ troppo presto vanno via le carezze”. 

I desideri diventano cavalcabili, se ci rendiamo conto di poterli realizzare ogni singolo giorno; senza rimandare, senza essere schiavi dei “domani poi farò” o dei “filtri o amplificazioni” che la nostra insoddisfazione, porta spesso a placare sul nascere.

L’ascolto della propria voce, il guardare dall’altro l’orizzonte, annullare il rimorso con la reazione all’azione, dona l’ardore di non nascondersi  e dà voce, facendosi cibo alla fame dei perché e del silenzio.

Alessandra diventa il “terzo occhio” e strumento che cuce le disarmonie di un tempo che ha colpito “letale e repentino”. Incolume e padrona del talento (“arma segreta”, che la misericordia divina l’ha provvista), descrive  le stagioni per arrivare al nirvana finale:  

“come fossi figlia
indomita ma prediletta
e con tale devozione difendo
la tua essenza”


La Prospero diventa la primavera che si schiude e respira a pieni polmoni ascoltando “ commossa il giorno costellarsi di piccole cose musicali, per chiudersi in una floreale e obliante ninna nanna notturna.”

P.S Post Sisma è il seme, che la Madre terra devastata ha accolto e protetto nel suo ventre, e nella complicità del nuovo evento nasce ora, superando la paura e osando nella fragilità, trovando così, 
la pace.



Firenze 05/04/13                                                                                 Dulcinea Annamaria Pecoraro


http://www.deliriprogressivi.com/8/post/2013/04/recensione-di-ps-post-sisma-di-alessandra-prospero.html

1 commento:

  1. Solo l'animo di una poetessa può comprendere fino in fondo l'animo di un'altra poetessa, avvicinandosi ad un tema così serio con sensibilità ed empatia. Un ringraziamento particolare a Dulcinea.

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