lunedì 20 maggio 2013

Intervista a Mirko De Frassine, il giovane autore aquilano di "OLTRE LE STELLE"


Interviste
di Alessandra Prospero
“Oltre le stelle” è il nuovo libro del giovane e intraprendente autore aquilano Mirko De Frassine, raro esempio di reale corrispondenza tra persona e personaggio, autore e libro.

De Frassine è un trascinatore e in quest’ultimo libro ci trascinerà appunto nella seconda parte di un viaggio alla ricerca della conoscenza di sé, tra coincidenze, suggestioni  oniriche e oggetti predestinati.
Mirko, questo è il tuo secondo libro. Puoi accennare brevemente al primo per introdurci nel tuo mondo?
Il mio primo libro si intitola la Tenda gialla. Non ha niente a che vedere con il sisma dell’Aquila, mia città natale. Ho scritto questo primo romanzo mentre ero in albergo a Giulianova e la tenda gialla sulla finestra della camera, mi sfiorava, mossa dal vento. Da quel momento ho cominciato a buttare giù sul mio pc la storia di questo personaggio e del suo percorso di conoscenza alla ricerca di risposte su se stesso e sulle sue capacità. Nel libro i luoghi e le situazioni sono quelle di tutti i giorni ma c’è anche un tocco creativo di misticismo proprio dell’anima e dell’inconscio di ognuno di noi.

Abbiamo detto che sei appunto al tuo secondo libro. Che effetto fa realizzare il seguito della propria opera?
Beh! Dopo il primo romanzo il secondo è venuto da solo. ‘Oltre le stelle’ è una tappa importante della mia vita e del viaggio del protagonista: è il rapporto con gli altri come momento di scambio e di consapevolezza di credere nei propri mezzi. Sono contento di aver realizzato questo secondo romanzo e mi sto battendo con tutto me stesso per la sua diffusione. Non mi interessa vendere il libro o un ritorno economico. Credo vivamente in questo progetto come messaggio da diffondere e dentro di me sono sicuro che ce la farò a dare un segnale alle persone.

Dal tuo curriculum si evince che sei anche un formatore. Che tipo di formatore sei?
Diciamo che ho girato parecchio nella mia vita facendo esperienze lavorative e tanto altro. Ho maturato una chiara situazione del mondo e dei vari modi di vivere. Mi piace comunicare ma a differenza di molti personaggi di questo settore il mio comunicare non è formare bensì rendere consapevoli della forza che ognuno porta dentro. La parola formare non mi piace perché mi fa pensare all’insegnamento, all’omologazione etc. Preferisco considerarmi un passante distratto dalla vita che parla di sensazioni e di un modo di vedere  alternativo. Ecco! Mi definirei un illustratore ‘oltrista’ dove per oltrismo intendo l’andare oltre l’apparenza delle cose.
“Oltre le stelle” appartiene volutamente al filone motivazionale?
Assolutamente sì! Questo romanzo porta il messaggio chiaro e forte di guardarsi dentro e di riflettere. Non badare alla velocità forse ‘futurista’ che ha caratterizzato e caratterizza la mentalità di oggi ma assaporare anche gli attimi più insignificanti e godere del tempo che abbiamo a disposizione riflettendolo: nulla è spreco! In Oltre le stelle ci sono incontri, esperienze al limite del possibile, pensieri, forza, decisione e tutto questo rimanda all’esigenza di ognuno di noi di tirare fuori coraggio e passione per se stessi.

Cosa pensi della teoria della “Profezia che si auto avvera” di Robert K. Merton?
Sono convinto che sia vera! Quando noi crediamo in qualcosa o pensiamo che qualcosa possa accadere, si innescano meccanismi tali per cui tutto ciò accadrà. Noi non ci rendiamo conto di avere un potere decisionale sulla vita enorme. Predizione ed evento che si verifica sono sempre collegati, poi noi scegliamo cosa vedere e come interpretare in base agli occhi che, consapevolmente o inconsapevolmente, abbiamo deciso di indossare.

Data la tua esperienza, cosa ne pensi dell’auto-pubblicazione?
Dura! L’auto-pubblicazione è necessaria per far emergere il proprio lavoro. Ho sempre pensato che nella vita la differenza non la fanno i soldi ma il coraggio di osare. Io mi sono auto-pubblicato, facendo tutto da solo e incontrando nel mio percorso persone speciali che hanno saputo cogliere il senso del mio progetto e si sono sentite parte di tale. Riprendendo Merton affermo che credendo in un progetto e nella sua realizzazione esso non potrà che realizzarsi. Un appunto alle piccole case editrici lo devo fare: capisco la necessità del guadagno ma vorrei che ci fosse più attenzione ai talenti e soprattutto che questi venissero valorizzati e non lasciati a se stessi. Conferenze, seminari, presentazioni promosse con l’aiuto economico dell’autore e perché no di sponsor a cui proporre di partecipare condividendo con la propria filosofia aziendale i valori del libro. Non male come idea vero?
Tu vivi a L’Aquila, cosa diresti al resto dell’Italia per far meglio comprendere la situazione attuale della città?
L’Aquila è una città particolare. Viene identificata con l’aquila che vola ma è una città chiusa, il che è un controsenso. La città è entrata nelle menti e nei cuori di tutti dopo il sisma perché prima era sconosciuta a molti e a volte mi domando come sia possibile che un capoluogo di regione con un patrimonio storico così importante debba rimanere un borghetto chiuso a se stesso. Voglio dire, creare collegamenti appropriati e indispensabili a un capoluogo sono i presupposti di un miglioramento non solo economico della città ma anche di una scambio più ampio a livello culturale. E in ottica capitale culturale è indispensabile un ragionamento simile! Per farla breve non mi dispiacerebbe vedere collegamenti ferroviari tra L’Aquila, Roma e Pescara ma forse il mio è un sogno irrealizzabile. In ogni caso questa città resta un luogo con un’atmosfera magica e particolare: ci vedo un pizzico di magia nascosto che a me ha amplificato la forza di scrivere.

Lasciaci con un messaggio che ci faccia capire chi è realmente Mirko De Frassine:
Mirko è una persona semplice, distaccata dalle cose ordinarie ma allo stesso tempo sa viverci. Ho sempre creduto, fin da bambino, che possiamo fare cose incredibili e la maggior parte delle volte basta osservare e osservarci meglio per capirlo. Il mio sogno è quello di vedere le persone come esseri viventi, veri e unici per la loro bellezza. Mirko lo voglio mostrare in un episodio capitato a Londra: Sono partito in compagnia del mio trolley e qualche spicciolo raggranellato in lavoretti a L’Aquila. Non è stato facile da solo ma la forza di credere in me e nella magia che c’è nell’aria mi ha sempre dato la forza. Beh! Un giorno venne il proprietario del ristorante dove lavoravo come lavapiatti e mi disse:” Mirko, ecco la scopa, spazza! Devo vedere se meriti questo posto!” Al che ho preso la scopa e ho detto: ”Va bene!” Mentre spazzavo per terra sorridevo e fischiettavo e quando lo stesso proprietario mi disse di non fischiettare io risposi: “Non ci riesco” sorridendo.. Ecco questo è Mirko.





per acquistare il libro: 

1 commento:

  1. Cara Alessandra, come sempre i tuoi lunghi racconti sono belli e interessanti.
    Ciao e buona serata.
    Tomaso

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